Credo di sapere che domani si portino costà deputazioni di tutti i Circoli per chiedere quanto sopra.
17 febbraio 1849.
PIGLI."(408)
E quando mai l'Accusa desiderasse imparare se manifestazioni siffatte avessero o no potenza per costringere, può considerarlo da sè stessa, leggendone il racconto nel Corriere Livornese del 17 febbraio 1849: "Al mezzogiorno il Popolo, muovendo da tutte le Associazioni Parrocchiali con bandiere e cartelli esprimenti i suoi alti desiderj, si è diretto sulla Piazza del Popolo, da dove con le bande musicali ha poi mosso verso il Palazzo del Municipio. Immensa era la folla; e le grida di viva la Repubblica Italiana, viva l'immediata Unione con Roma, viva la guerra, riempivano l'aria; giunta la moltitudine in Piazza Grande, ha fatto sosta presso la Comunità, ove si è recata una Deputazione. Il Gonfaloniere ha esternato ai deputati, confortanti e ragionate parole, le quali poi ha ripetute al Popolo festante dalla terrazza, ricambiate coi più fragorosi evviva. La folla ha voluto poi salutare l'egregio cittadino Governatore, che ha dette al Popolo calde e generose parole. Quindi la moltitudine pacificamente si è sciolta, nel pensiero di riunirsi dimani alla Capitale coi fratelli di tutta la Provincia Toscana e concorrere uniti a compiere un atto, al quale oggi sono più che mai rivolti tutti i nostri pensieri, come àncora della salvezza d'Italia.
La sera, nel Teatro Rossini, vi fu adunanza del Circolo Nazionale e di tutte le Associazioni Parrocchiali della città. Il concorso fu straordinario; la platea, i palchi, l'orchestra ed il palco scenico rigurgitavano di Popolo.
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