Fu discusso intorno allo inviare domenica (dimani) al Governo Provvisorio una Deputazione di tutti i Circoli, del Municipio, della Guardia Nazionale e di Popolo, per dimandargli la immediata unificazione della Toscana con la Repubblica Romana; e la deliberazione in proposito avvenne tra le assordanti ripetute e generali grida di viva la Repubblica, viva l'Unione immediata con Roma repubblicana.
Fu deliberata pure per l'indomani una solenne dimostrazione al nostro Municipio, onde invitarlo a concorrere per parte sua ad appoggiare le dimande del Popolo."
Io riporto, senza farvi osservazioni, le storie dei Partigiani della Repubblica; in breve ne rileverò gli errori, che artatamente essi v'insinuavano. Venne il giorno 18; e quale egli fosse, uditelo ora descritto dalla Costituente Italiana, Giornale compilato da scrittori lombardi, i quali, per adoperare la penna, posavano un momento la spada: "Ogni giorno, ogni ora il Popolo chiede sollecito al Governo la parola che sanzioni e che compia la sua rivoluzione, che dia un significato a questa agitazione perenne, la quale è desiderio, bisogno di vita italiana: esso sventola innanzi al viso dei suoi rappresentanti la bandiera della patria, e mostra loro la nappa di unione, onde scrivasi il patto fraterno, si tolgano i confini segnati colla spada, si decretino i nostri destini. - E quest'oggi anche Livorno, Pisa, Lucca e altre città toscane avevano inviate le loro Deputazioni, affinchè il Governo, rafforzato innanzi ad una Rappresentanza Toscana, potesse coscienziosamente rispondere ai voti comuni, e il Paese passasse nella tranquillità di una determinata situazione.
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