Pagina (496/1183)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Però non tutti accordavano su i fini, nè penso, come allora, in futuro saranno per accordarsi giammai; e questo è sommo bene. Alcuni di loro intendevano, mercè le riforme politiche, arrivare alle sociali; altri alla rovescia, nè tutti volevano trascorrere fino al punto di abolire la fede di Dio; e quelli che pur volevano cassato Dio, più che altro sembravano Titani ciechi brancolanti in cerca di scogli per avventarli contro il cielo; e negli scritti e nei ragionamenti loro manifestavano piuttosto la convulsione della rabbia, che un discorso considerato della mente. Spettava ai giorni nostri sopportare la vista di uomini, che lontani dai ravvolgimenti politici, con la pacatezza del filosofo, e la soavità dell'uomo dabbene, si affaticano a dimostrarti per filo e per segno, che tu non sarai felice mai là dove tutta questa macchina morale, civile, religiosa e politica, non vada in fascio. Certo, chi dette simile impulso ai moti rivoluzionarii del tempo, sortì grande la potenza dello ingegno. Lo spirito del male lo deve avere baciato proprio su la fronte dicendogli: tu sei il figliuolo della mia predilezione. La grande maggiorità dei diseredati, che forma la base della piramide sociale, gl'infiniti figliuoli della Natura, che dalla madre loro credono essere stati benedetti con uno schiaffo, poco si commuovono per Repubblica o per Monarchia; imbestiati dal miserabile costume i grossolani appetiti è forza gratificare dapprima; più tardi verranno i bisogni dello spirito, e il desiderio di razionale reggimento, tanto più duraturo quanto meglio gli uomini saranno ad apprezzarlo capaci.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





Dio Dio Titani Natura Repubblica Monarchia