- Fra noi terribili erano gli scherani nostri, e non pochi, ma non sì, che, come in numero, in ferocia non venissero superati da quelli che ci mandava la vicina Romagna, cui pure adesso con molta fatica contiene grossa mano di armati, vigilanti ai confini.
Vedete in Francia uomini improvidi del domani, non aborrire accendere oggi uno incendio, che non sapranno più spegnere, e dal quale eglino stessi rimarranno a posta loro distrutti; e Cammillo Desmoulins, stracciando lo ingegno bellissimo, gittarne i brani al Popolo feroce, per vie più inferocirlo. "Abbiamo uno esercito, egli diceva, latente sì, ma ordinato e in procinto. Nè causa al mondo fu della nostra più sacra per combattere; nè premio maggiore destinato alla vittoria. Quarantamila palazzi, case, castelli, due quinti delle terre di Francia, ecco il bottino di guerra. Chi presumeva conquistare sarà conquistato, chi vincere vinto. Il Popolo andrà mondato dagli stranieri, e dai mali cittadini; e tutti quelli che il bene proprio al bene comune preferiscono, saranno sterminati."
E qui tra noi si urlava: "I danari si piglino dove si trovano, le Chiese dei sacri arredi si saccheggino, a viva forza i signori si spoglino, e le spoglie si dividano fra il Popolo, caparra e saggio di più abbondante raccolta." E' furono giorni pieni di pericolo cotesti; e chiunque comprende quanto efficace maestro sia il bisogno, e quanto la cupidigia docile scolara, ne andrà persuaso di leggieri. I miei Colleghi furono stretti a mettere una Legge nel 22 febbraio, con la quale fu ordinato ai benestanti ripatriassero; dove no, sarebbero multati: ma nessuno fu multato, e vagarono quanto seppero e vollero; - testimone Don Tommaso Corsini.
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