In simile intento nel giorno 17 febbraio, con data del 16, era bandito questo Proclama, e col Proclama provvedimenti relativi allo scopo del Proclama consentivo, e ordinavo.
Toscani!
La nostra bella contrada si disfà, se quanti hanno cuore italiano non sorgono animosi a salvarla.
Bande di facinorosi col pretesto della fuga di Leopoldo II, ed anche senza pretesto irrompono al saccheggio e allo incendio. Il Governo ha represso gli scellerati, e saranno puniti.
Alcuni soldati figli di questa terra a noi dilettissima, abbandonavano le bandiere, e con sacrilegio maggiore disertavano i confini alla fede del sacramento loro affidati. Una cosa sola conforta l'animo travaglialo, ed è questa, che i più, pentiti, sono ritornati. Possa in breve un battesimo di fuoco reintegrarli nella pienezza dell'onore, che non doveva mai rimanere offeso.
Ora corre il momento solenne. Momento di eterna infamia o di eterno onore. Non sapremo noi spargere altro che lamenti codardi, e lacrime vane? Vorremo noi offrire di nuovo lo spettacolo allo straniero di una emigrazione troppo spesso derisa?
No, i mali sono grandi, ma non minori alla costanza del buon Cittadino. Non è mai lecito disperare della salute della Patria.
Coraggio! La Legge intorno ai Volontarii fu pubblicata; breve lo ingaggio, di un anno e un giorno; la ricompensa giusta, l'onore grandissimo.
Non più parole, ma fatti. Se trentamila Toscani volontarii non corrono alle armi, chi è quaggiù che ardirà parlare di Libertà? Se il Popolo sarà pari alle sue promesse, il Governo non mancherà al suo dovere.
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