Il Piemonte aderiva: proseguendo nelle trattative, fu convenuto una forza mista di milizie piemontesi e toscane, fino al giorno della votazione, presidiasse Avenza; in quel giorno si ritirasse; due commissarii, uno per parte, alla votazione assistessero. I Sardi, presentendo sfavorevole lo esito del negozio, adesso si danno a mettere in campo cavilli: opposi a tenacità tenacità; il convenuto solennemente ebbe ad adempirsi, ed è cosa degna di considerazione, come due soli voti ottenessero i Piemontesi. Con voglie prontissime gli Avenzini confondevansi alla famiglia toscana(458). Ottimo esperimento era cotesto, e pegno felice a bene sperare della Costituente quando le vicende politiche ci avessero persuaso o costretto di ricorrere a lei. Piemonte, mal soddisfatto, metteva innanzi non so quali irregolarità di votazione, e mandava di nuovo Carabinieri ad Avenza per tenervi lo ufficio. Inestimabile, e l'ho detto, fu la contentezza della Corona per l'esito di questo suffragio universale. Pareva a lei, come a chiunque altro, che procurare alla Toscana confini naturali fosse un bello acquisto, - e più ne letiziava il cimento prosperoso del voto.
Nel decembre i Piemontesi tentano torci Panicale, per la qual cosa il Regio Commissario conte Del Medico si risentiva gagliardamente scrivendo al Delegato di Sarzana:
Devo significarle il dispiacere e la sorpresa che ho provato nel ricevere dal signor Sabatini, R. Delegato di Pontremoli, la notizia che a Panicale si fossero avvisati di procedere ad una votazione assistita soltanto da alcuni Sarzanesi, senza la presenza di verun Toscano, e, dirò di più, accompagnata da minaccie e da violenze.
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