E queste cose diceva in parte suggeritemi dagli stessi Ufficiali, che mi assicuravano come i soldati ritenuti a forza avrebbero voluto partire; e lasciati partire, avrebbono voluto rimanere. Così invece di esortare i soldati al giuramento, e incutere timore ai repugnanti, la verità è, che per me concedevasi a tutti facoltà amplissima di restare o di andare. Le mie proposizioni compariscono vere dalle cose che seguono:
Nel giorno stesso ci pervenne la seguente Protesta:
Ai Signori Membri del Governo Provvisorio.
L'ordine, la Patria e la Guerra della Indipendenza, essendo la divisa di tutti gli Uffiziali toscani, quelli della milizia stanziale di Firenze protestano altamente pel loro onore in faccia alla Toscana e alla Italia tutta, che i loro sentimenti non concordano con quelli espressi questa mattina da una parte dei loro sottoposti ai signori Membri del Governo Provvisorio, e pregano il Governo suddetto a rendere di pubblica ragione la presente dichiarazione.
Firenze, dalla Fortezza di S. Giovanni Battista, li 11 febbraio 1849."
Questa Protesta presentava l'intero collegio degli Ufficiali dei Volontarii, del Reggimento di Artiglieria e del 4° di Linea: l'originale è negli Archivii, la copia nel Monitore.
Pochi soldati si prevalsero della facoltà di partire; e i partiti, come gli Ufficiali presagivano, tornarono chiedendo essere ammessi al giuramento, che avanti rifiutavano. - (Monitore, 12 febbraio 1849.)
A Pontremoli i soldati reputandosi sciolti dalla milizia, disertano con arme e bagaglio; ma breve tratto di cammino percorso, tornano addietro, e parte spontanei, parte persuasi dagli Ufficiali, giurano.
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