E quando il Ministro dello Interno propose, e il Presidente del Governo accettò di richiamarla in vigore, io volli, che meno comparisse il concetto politico, e più fosse messo in rilievo il sociale; e di vero, nei Considerandi, unicamente si appella a tranquillità pubblica turbata da fatti, che formano brutto contrasto con l'ordine pubblico generalmente mantenuto in Toscana; e meglio si definisce nello Articolo IV, per moto reazionario che cosa s'intenda. Ai caratteri che deve presentare, io penso che nessun cittadino mai potrebbe astenersi da contribuire con tutte le forze a comprimerlo: "Moto reazionario," si dice, "è quello il quale per le cause onde procede, e pel fine cui è diretto, e pel suo materiale carattere, possa ritenersi attentato contro il Governo, o contro l'ordine stabilito, o contro la pubblica tranquillità." Nè qui rimasi, chè quantunque a me non ispettasse in cotesti giorni la Presidenza del Governo, che veniva esercitata da Giuseppe Montanelli, pure volli conoscere i nomi degli uomini deputati a comporre la Commissione preposta alla esecuzione della Legge, e non resi il foglio finchè non seppi che erano tutti probi e miti; tali insomma da corrispondere alle intenzioni del Governo.
Ai Giudici del Decreto del 10 luglio 1850 basta l'animo di affermare: "Che tutto ciò fu fatto per comprimere la reazione, la quale in sostanza altro non era, che un desiderio di restaurazione."
Ho avuto luogo di notarlo altra volta: io pendo incerto se ingiurino più profondamente le offese o le difese dei Magistrati, i quali dettero opera fin qui a questa scandalosa procedura; fatto sta, che esorbitanti suonano coteste parole, ed io, e quanti facciano studio del Principato Costituzionale, dobbiamo considerarle non meno alla dignità della Corona, che al Paese, vituperevoli.
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