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      Il mio concetto, che, come ho mostrato, era promosso dallo stesso Partito Costituzionale moderato, ebbe plauso ancora fra i Repubblicani onesti; per la quale cosa anche lo scisma della parte contribuì a farmi tenere fermo. In breve si vedrà con quale e quanta forza urgentissimamente stringessero i Repubblicani più accesi a impedire la convocazione dell'Assemblea Costituente, deridendola, screditandola, e con ogni arte di astuzia, di ragionamento e di violenza, perseguitandola. Già di questo toccai altrove quanto basterebbe a persuadere ogni uomo onestamente discreto; ma io devo ricordarmi come da me si pretendano prove limpidissime e fulminanti....
      Che Costituente o non Costituente?
      andavano vociferando gli smaniosi Settarii. "La Repubblica non ha mestieri di essere proclamata; ella lo fu, e dai Popoli tutti; ed anche non ce n'era bisogno, perchè è necessario forse un Decreto onde il Sole si levi da Oriente, e spanda la sua luce su tutto il creato(526)? No, Signori; adesso fa di mestiero la Legge per inviare i Deputati all'Assemblea Romana, e basta. Opporsi a questo è resistenza ai comandi del Popolo. Fin dall'8 febbraio nel cuore e nel grido di tutti fu la Repubblica; in quello stesso giorno decretata solennemente, dalla Toscana tutta confermata; ora per dirsi repubblicano il Popolo dovrà aspettare la licenza dei suoi mandatarii, dei suoi sottoposti?" Queste e più intemperanti cose dicevano; ma vedendo che facevano poco frutto, come altrove accennai, ecco proporre nuova istanza.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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