Pagina (630/1183)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      La mia condotta fu semplice; nè penso essermi mostrato impenetrabile come la Sfinge a Edipo: non consentii alla parte repubblicana, nè alla Unione con Roma, per convincimento, desunto da fatti e da giudizii, che la Toscana all'una cosa repugnasse e all'altra. Per me, terrò sempre così disonesto, come insensato, precipitare per forza o per inganno i Popoli colà dove si mostrano repugnanti ad andare; e se i Partiti senza fede, di cui oggi è infelice instituto scrivere carte in contumelia altrui, comprenderanno alfine, come si possa professare opinione discorde dalla loro senza essere per questo traditore o codardo, penso che faranno meglio i fatti loro; - ma predicando ai Partiti, prédico al deserto.
      Il Procuratore regio della Repubblica, signor Rusconi, scrive: "Che essendo mancato il Governo, il Paese aveva diritto di essere governato, di provvedere alla propria conservazione(529)," - e qui sta bene; - "egli era necessario ricorrere a quella fonte, che solo legittima ogni Governo, interrogando il voto popolare. Un'Assemblea Costituente a suffragio universale eletta, era la resoluzione più sensata che potesse adottarsi(530);" - e questo è anche meglio. - Ora vorrei sapere un po' dal signor Rusconi perchè, se questo andava bene per Roma, non dovesse andare del pari bene per la Toscana? Forse i Toscani non hanno diritto per essere consultati prima di disporre di sè, o non hanno intelligenza per giudicare? Per quale motivo ci vuole egli ridotti nella condizione dei minori, o dei maniaci?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





Sfinge Edipo Unione Roma Toscana Popoli Partiti Partiti Procuratore Repubblica Rusconi Governo Paese Governo Assemblea Costituente Rusconi Roma Toscana Toscani