5° Costituente italiana, allo scopo di attendere al nazionale ordinamento, annunziata e promossa. 6° Guerra dichiarata scopo supremo e comune di tutta la Nazione.
Lo vedi, Accusa, Io lascio giudicare proprio a te, se cotesto Decreto non contenga per necessità di queste due cose l'una, o lo impulso della rivoluzione da farsi, o la testimonianza della rivoluzione già fatta. Qui, qui e non altrove, cerca e trova, Accusa mia, non pure il germe e il fiore, ma il frutto ch'è segno delle tue imputazioni. E se questo facevasi nel 12 maggio 1848, o come presumi che non si continuasse a fare nel febbraio 1849? E se questo operavasi da un Governo Costituzionale, come poteva astenersene un Governo nato dal perturbamento dei Poteri Costituzionali? E se questo un Governo ordinato bandiva per disordinarsi, come un Governo disordinato doveva ripudiarlo per ordinarsi? Se il Ministero del maggio 1848 così provvide per seminare la rivoluzione, o perchè il Governo Provvisorio non potè praticare per contenerla e per reprimerla?
Gli speculatori della Rivoluzione francese non senza verità ne attribuiscono parte alla rappresentanza del Figaro, della Folle Giornata, e della Madre colpevole di Beaumarchais: o pensiamo un po' quali portentosi effetti dovevano partorire le parole del Decreto del 12 maggio 1848 sopra menti affannate da stupenda concitazione: zolfo e olio sul fuoco!
La dottrina dei fatti compíti distrugge la pretensione del diritto: chi raccoglie il retaggio dei primi, male si affatica a sostenersi sul secondo; il principio dell'autorità, e quello del voto popolare, non sono redini da stringersi in una stessa mano; procedere dall'uno o dall'altro, secondo che torna, è consiglio pessimo, a praticarsi impossibile.
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