A noi, cittadini del Governo Provvisorio, vel diciamo col cuore sulle labbra, non fa nullamente spavento la reazione: solo ci fa spavento lo indugio. La reazione oggi non è di politica; è reazione di miseria, è reazione d'ignoranza, non è reazione di fede monarchica. La pretesa Vandea di Empoli non è che una lega di vetturini: la questione politica in Empoli, se bene l'approfondate, non è che una pretensione di antichi e stolti romori contro la strada ferrata. Leopoldo d'Austria può forse domani aver seguaci e satelliti molti in Toscana, per effetto d'oro, di promesse, di calcoli, di raggiri: oggi, - persuadetevene, o cittadini, - esso ne ha pochi, o, meglio dire, non ne ha alcuno. I suoi nobili stessi gridano al tradimento: lo maledicono per averli lasciati in abbandono, per averli esposti, dicon essi, alla animavversione del Popolo, con cui si sono compromessi per sua cagione, e da cui temono vendette e saccheggi.
I suoi impiegati di null'altro curansi che dello stipendio, godono nell'ozio, e si augurano che la manna duri a cadere, senza avere la pena di chinarsi a raccoglierla.
In quanto ai partigiani della idea monarchica, essi saranno sempre ostili alla democrazia, regni Leopoldo o non regni: la loro reazione è così sicura, com'è sicuro il regno delle tenebre accanto a quello della luce, com'è l'ombra inevitabile seguace del corpo.
L'antagonismo dei Partiti non è reazione; e se aspettate, o cittadini del Governo Provvisorio, il 15 marzo, perchè tutte le opinioni sieno ad un livello, tutte le esigenze si chiamino sodisfatte, e di un volere unico e solo si cuopra Toscana, come il manto funereo cuopre un corpo fatto cadavere, prorogate in tal caso la vostra vana Assemblea al giorno del giudizio finale, e convocatela nella gran valle di Giosafat: colà forse, colà soltanto saremo tutti di un color solo, e di una sola opinione.
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