Questa erronea opinione, portata dal Giornalismo nell'arringo dei Circoli e delle altre Associazioni politiche, ha falsati i giudizii, contorte le opinioni, ed ha sparso nel Pubblico l'incertezza, il dubbio e la esitanza; di guisa che la Stampa ed i Circoli nel proporre le liste elettorali, e gli Elettori nel compilare le loro schede, si trovano tuttavia nel maggiore imbarazzo, ignorando la natura e l'indole respettive delle due Assemblee, non meno che i limiti del mandato da darsi ai 120 Deputati della Legislativa ed ai 37 della Costituente.
Ora questa incertezza, questi dubbii, e questi imbarazzi debbono cessare immantinente.
Noi chiediamo quindi formalmente al Governo Provvisorio di mettere in chiara luce questa delicatissima e troppo stranamente complicata questione; di disvelare il concetto che lo animava nel dettare i due Decreti; di dichiarare infine solennemente a quale delle due Assemblee egli intenda rimettere la discussione della forma che dovrà assumere la Toscana, e della sua Unione con Roma.
Non esitiamo a credere che il Governo vorrà dare una pronta e adeguata risposta a questa nostra interpellanza, nè vorrà nascondersi nel velo del mistero o dell'obblio, come ha fatto per la precedente inchiesta fattagli nel nostro Numero di mercoledì. Si rammenti il Governo che in assenza dei Parlamenti, e presso un regime libero e popolare, il diritto d'interpellare il Governo sui suoi atti appartiene ad ogni Cittadino, e sovra tutto a quei corpi morali, i Circoli e la Stampa periodica, che ne rappresentano i bisogni, i voti e le speranze; e che debito del Governo si è di darvi pronta, sincera e soddisfacente risposta.
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