373 di questa Apologia, con Dispaccio del 9 marzo eravamo avvisati: "ad arte essersi sparso fra il Popolo che il Comandante era incaricato di fare fuoco sul Popolo, come già dicevasi aveva fatto sul Popolo Pistoiese."
Nel 17 marzo 1849 si fa credere a Livorno, che io tramo di consegnare la Toscana al Piemonte; a parare la insidia scrivo a Livorno, e induco Montanelli ad accompagnare con la sua firma (poichè in lui riponevano fede i Settarii) il Dispaccio del medesimo dì inviato al Governatore:
Al Governatore di Livorno.
Scrive il signor Demi, che si sparge voce come noi vogliamo consegnare la Toscana al Piemonte. Quantunque noi crediamo che queste voci non sussistano, pure vi autorizziamo a dichiarare, che il Governo crede, e lo ha detto, che la Unione con Roma sarà proclamata come necessità. Guardatevi dalle mene dei nemici, che si vestono in ogni maniera per guastare la santa impresa.
GUERRAZZI. - MONTANELLI.
L'Accusa s'impadronisce di cotesto Dispaccio, e intende ritenerlo per dimostrazione di animo: come se all'uomo politico posto a duro partito non deva nè anche essere concesso con parole schermirsi. Le quali parole poi, in confronto delle opere, spariscono; e considerate tritamente, non esprimono cosa che valga: però che la opinione di un fatto deva cedere davanti alla evidenza del fatto contrario.
Ma io potrei dire di più, se non mi ritenesse la reverenza delle somme chiavi; potrei dire, che prima di accusare uno scritto, hassi a conoscere la lingua nella quale e' fu dettato; e se la non si conosce, allora tutte le Procedure ammaestrano ricorrere al Dragomanno.
| |
Apologia Dispaccio Popolo Comandante Popolo Popolo Pistoiese Livorno Toscana Piemonte Livorno Montanelli Settarii Dispaccio Governatore Governatore Livorno Demi Toscana Piemonte Governo Unione Roma Accusa Dispaccio Procedure Dragomanno
|