Nella Seduta del 29 marzo 1849 il proponente la Legge che aveva in iscopo la confusione degli Stati Romano e Toscano, non riputando la sola parola Unione esprimesse il suo concetto, la chiamò Legge per la Unione assoluta con Roma. Per le quali spiegazioni filologiche e politiche, io vorrei che si persuadesse l'Accusa potersi desiderare la Unione degli Stati Italiani senza bisogno ch'ella scappasse fuori con una Requisitoria di Lesa Maestà.
L'Accusa sa, o dovrebbe sapere, poichè nel suo Volume lo registra a pagine 828, come io, favellando nel 12 febbraio dalla terrazza di Palazzo Vecchio al Popolo ragunato per piantare l'Albero, dicessi, che forse cotesto atto di unirsi con Roma sarebbe stato consentito da tutta Toscana; per ora essere prepotenza che le presumevano imporre: - donde era agevole quanto onesto dedurre, anche senza porre mente ai successi del tempo, che una legge suprema costringeva ad usare cosiffatti ripari. Nel Popolano del 18 marzo abbiamo veduto appormi alla scoperta l'accusa di tradimento, e tradimento con tremanti labbra i Settarii fremevano, e tradimento ogni ora nelle oscure carte stampavano. Ad ogni caso inopinato, non solo in Firenze ma nelle Provincie si gridava: tradimento(575). Tradimento per Novara, tradimento per Genova. Nel 29 marzo a Lucca, a Pisa e a Pescia spargono la voce essere io partito per Gaeta a prendere il Granduca(576), con altre più strane novelle, - e trovano fede(577); quindi la necessità di stampare nel Monitore del 30 marzo la Nota seguente, ma senza pro: "Siamo autorizzati a smentire la voce che si va spargendo dello invio, per la parte del Governo, di una Deputazione a Gaeta.
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