quindi ambedue vennero alla sua fede commesse. La parte repubblicana, tentando far votare la Repubblica per acclamazione, venne repressa; e tanto più da me si volle grave e speciale consulta, intorno al deliberare le sorti politiche del nostro Paese, in quanto che mi pervenivano quotidiani rapporti che mi confermavano nella conoscenza antica del rifuggire che faceva la Toscana dal reggimento repubblicano. Le notizie della guerra, dubbie prima, varie poi, alla fine infelici, anzichè sbigottire gli animi repubblicani gli accesero, come suole, di stupendo furore: me accusarono in faccia di fellonia; me venduto, e venditore!.... Tali enormezze ero destinato a sentirmi dire dopo quarantasei anni di vita onorata! E se tradissi io, e se me e altrui vendessi, ora lo vedete a prova. - Poichè alle mie parole non credevano, le mie insinuazioni aborrivano, alle mie stesse preghiere imprecavano, provvidi l'Assemblea si prorogasse, e i Deputati nelle Provincie si spedissero, e ciò in prima perchè la nuova esaltazione si calmasse, e il tempo porgesse consigli più adattati ai casi; e poi perchè i Deputati tornassero ad attestare della fedeltà dei miei rapporti; lasciando pure che, sotto pena d'infamia a me, decretassero il divieto di mutare forma di Governo, inconsultata l'Assemblea: però che questo non volessi fare io.
Tutto ciò fu detto, chiarito, con documenti provato, e comprendo ottimamente che l'Accusa degli spessi riepiloghi abbia a sentire fastidio grandissimo, e forse ancora orgoglio del suo stile laconico di faccia allo asiatico mio: nonostante questo, mi è parso non dovermi trattenere dal dire, confortato dalle parole e dallo esempio del Foscolo, il quale, condotto a scolparsi davanti al Direttore della Polizia del Cantone di Zurigo, così gli scriveva:
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Repubblica Paese Toscana Assemblea Deputati Provincie Deputati Governo Assemblea Accusa Foscolo Direttore Polizia Cantone Zurigo
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