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      Egli vi narra: - "come io ingannassi da una parte e dall'altra, e però fossi da entrambe percosso." - Poco dopo: - "come io, trattando più tardi col Municipio, giuocassi partita doppia," - nonostante che abbia scritto poco sopra: - "come io troppo possedessi di sagacia e d'ingegno per non comprendere dai casi avvenuti e che avvenivano in giornata, che stava per accadere imminente la restaurazione del Granduca(591)." - Questi sono martirii del senso comune, e Dio volesse che il nobile Visconte e compagni avessero crocifisso il giudizio soltanto! Ai giorni che corrono, di giudizii temerarii non è davvero a lamentarsi penuria; pure io aveva creduto fin qui, che lo scrittore, quando col suo cervello di farfalla non corre pericolo soltanto di commettere leggerezza, bensì di gettare un peso nella bilancia dove è librata la vita dell'uomo, dovesse avvertire che un grano più di pudore non guasterebbe certamente i fatti suoi: e le proteste di non volere pregiudicare, e poi lavorarti di straforo, ormai sono abiti usati così, che la vecchia ipocrisia li vendè al rigattiere, dal quale gli ha comprati la ipocrisia nuova, e, per averli rifatti nelle manopole e nel bavero, crede, che non le sieno riconosciuti addosso.
      Rimane adesso a vedersi come io adoperassi i brevi giorni, che dal 3 al 12 intercedono, e ciò rispetto: 1° alla difesa della Patria; 2° alle disposizioni per la Tornata dell'Assemblea del 15 aprile. Parlerò prima della guerra, o per meglio dire della difesa delle frontiere. Fino dall'8 agosto 1848 a mediazione dei Ministri delle Potenze estere fu convenuto come lo esercizio di siffatto diritto non potesse somministrare all'Austria argomento di aggressione; nè il patrocinio stesso poteva ora mancarci, e non ci mancava, molto più quando ci fossimo ricondotti al pristino stato di cose di quieto.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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