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      E dopochè furono reiterate le affettuose accoglienze, più volte venendo a trattare dei bisogni della Patria, non ci legammo per fede con lui, che la causa del Piemonte, e con essa la causa d'Italia, avremmo con ogni supremo sforzo soccorsa? Conobbe in noi punto, il Valerio, stupido astio per la grandezza che il Piemonte deve avere, se piace a Dio, onde sia baluardo efficace d'Italia? - Io penso che Lorenzo Valerio, aperto, schietto e affettuoso Legato del Piemonte, avesse motivo di chiamarsi contento di me, assai più di qualche altro che volle giocare meco di arguzia, e non comprese nulla.
      Le maliziette e le saccenterie, mel creda chi legge, arruffano più che altri non pensa; e se ne giovano i guastamestieri e quelli che, non avendo cuore nè mente da accogliere concetti grandi, apportano nella trattativa dei negozii politici le arti del sensale. Fu conclusione dei ragionamenti nostri, che per noi si sarebbe fatta diligentissima provvista di danari e di soldati, intanto che pel medesimo ufficio egli si recherebbe a Roma. Queste conferenze accadevano nel 10 marzo 1849; però lascio considerare quali fossero la mia maraviglia e il mio dolore, quando nelle prime ore del giorno 16 marzo venni fatto avvertito da Livorno, Domenico Buffa avere proclamato nel giorno antecedente a Genova rotto lo armistizio Salasco. Mi condussi a casa Montanelli, il quale da parecchi giorni giaceva infermo, e quivi mandai per Valerio, che quantunque per i molti disagi sofferti, e per la tremenda ansietà dell'animo, fosse anch'egli ridotto in pessimo stato di salute, pur venne; e udita la novella, egli, la fronte includendo nel cavo della destra e stringendola con le aperte dita, come persona che la dolorosa moltitudine dei pensieri intenda concentrare in uno solo, più volte esclamò: "Ed avevano promesso aspettare il mio "ritorno!


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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