Io e il Governo che rappresento non abbiamo che una via, e la percorreremo energicamente (e il Proclama che vi accludo e la Legge sull'imprestito coatto vi faranno fede di ciò); ma se le nostre relazioni non sieno accompagnate dalla più illimitata fiducia, noi non potremo percorrerla più, e su voi ricadrà tutta l'odiosità della nostra impotenza. Si tolga dunque di mezzo ogni causa che spenge l'entusiasmo e l'amore che deve congiungere i due Popoli e i due Governi, e speditemi quanto prima potete le spiegazioni che chieggo. Vi saluto distintamente ec.
Dalla Residenza del Governo Provvisorio Toscano, li 17 marzo 1849."
Nonostante che il Governo Provvisorio questi casi sentisse amaramente, e lo significasse al Ministero Sardo, dissimulava il torto; e così, riportando il Proclama del Generale La Marmora, coloriva la cosa nel Monitore del 22 marzo 1849:
Il Generale La Marmora alla testa di un numero considerevole di Piemontesi è entrato in Lunigiana; e in forza di alcune disposizioni che il Governo Sardo aveva preventivamente concordato col Governo Toscano, per causa della guerra, è da sperarsi che nulla conturberà il momentaneo ricovero richiesto e ottenuto dalle truppe piemontesi nel suo passaggio.
Il Generale La Marmora pubblicava entrando il seguente Proclama:
Abitanti della Lunigiana!
Il Piemonte ha tenute le sue promesse. Spese l'intervallo della tregua a rinforzare e migliorare l'armata, senza perdonare a sacrifizio di sorta; accresciutene le file di ben 40,000 uomini, ecco che dichiara la guerra, ed il Re si pone alla testa della magnanima impresa.
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