Io poi giudico, e quanti hanno pratica delle faccende politiche giudicheranno meco, che corra necessità assoluta di ampliare i piccoli Stati, conciossiachè, mettendo pure da parte il riflesso che le difficoltà degli Stati grandi diventino tribolazioni vere pei piccoli, i tempi (per dire tutto in una parola sola) impongono l'obbligo di tali spese a cui gli Stati piccoli non possono sopperire. Avviene per questi come nelle private proprietà, dove i troppo grandi possessi non recano danno minore dei troppo piccoli alla pubblica economia, chè in quelli nuoce la inerzia a usufruttare, in questi la impotenza. Ed a me talora, pensando lungamente su le condizioni economiche della Toscana, veniva fatto concludere: "Noi abbiamo gl'incomodi di un guscio di noce armato come un vascello a tre ponti." Siffatto mio intendimento poi non avrebbe dovuto suonare nuovo all'Accusa, poichè mi scoppiò fuori quasi per forza nella Tornata del Consiglio Generale toscano del 22 gennaio, e venne con la consueta carità raccolto, ravviato, e messo in vetrina dallo amico nostro il Conciliatore(653). - E forse nè anche a questo tacerà l'Accusa, e dirà che simili disegni deggionsi dai Ministri cacciare via come tentazioni del Demonio; ed io, poichè, tra le tante e strane vicende della mia vita, mi trovo ridotto anche a questa, di favellare di politica con l'Accusa, mi permetterò osservarle, che, se i casi volevano, avremmo potuto
compensare la Chiesa in Lombardia, a modo di esempio, col ducato di Parma, che già fu suo, e com'ella sa, o piuttosto non sa, da Paolo III, nel 12 agosto 1545, dato in feudo ecclesiastico, reversibile dopo la estinzione della linea mascolina, a Pier Luigi Farnese; la quale investitura però non tolse, che nel 1718, in virtù del Trattato della quadruplice alleanza, Art.
| |
Stati Stati Stati Toscana Siffatto Accusa Tornata Consiglio Generale Conciliatore Accusa Ministri Demonio Accusa Chiesa Lombardia Parma Paolo III Pier Luigi Farnese Trattato
|