V, Cap. I, fosse dichiarato feudo imperiale, senza il consenso del Duca Francesco, come senza attendere alle proteste d'Innocenzo XIII(654); e neppur tolse più tardi che nel 1731 le milizie austriache l'occupassero, per consegnarlo a Don Carlo infante di Spagna. Tutto questo poi ho voluto raccontare, perchè l'Accusa conosca che simili composizioni di Stati, e sieno ancora della Chiesa, si costumino fare senza pericolo di tradimento, per via di Congressi e col mezzo di Trattati politici. E mi sembra non presumere troppo di me, se affermo che il mio concetto d'ingrandire, se lo volevano i casi, la Chiesa in Lombardia e la Toscana nella Umbria, superò in bontà quello di ampliare Toscana in Lombardia, o si attenda alla Storia e alla antica parentela dei Popoli, o alle comodità geografiche, o finalmente alle altre tutte cagioni per le quali avviene che lo accomunarsi piace che succeda, e successo si mantenga. Che se poi ad ogni modo pretenderà l'Accusa, che i miei desiderii e presagii costituiscano peccato, senta una cosa l'Accusa: - prometto confessarmene; - e mi lasci stare.
L'Accusa dirà, immagino: - della commissione del 1° aprile 1849 ego te absolvo, e se a malincuore Dio solo lo sa; ma con altri ganci ti tengo; ora rispondi: come ti scuserai del Dispaccio del 18 marzo 1849 mandato al Generale D'Apice(655)? - Parmi la risposta breve: nè lo mandai, nè lo firmai. - Ma egli è composto collettivamente, però che accenni a conferenze avute col Governo Provvisorio. - Che monta questo?
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