Il Ministero Capponi mi allontana da Livorno, come si legge che gl'Israeliti cacciassero i lebbrosi fuori del campo; ed io, senza lagnarmi, lascio libero il seggio al signor Montanelli, e mi riduco, senza pure aspettarlo, a Firenze, mostrando a prova la inanità dei brutti favellii, che me, calunniando, susurravano agitatore del Popolo livornese per libidine d'impero; ed anche qui, se non erro, non vedo che il Municipio fiorentino e la Commissione Governativa avessero materia per danneggiarmi.
Il signor Montanelli bandisce a Livorno la Costituente Italiana di concerto col Ministero Capponi(663); il Ministero depone lo ufficio; però, consultato, delibera quale successore abbia ad accettare, ed uno, proposto, fervorosamente n'esclude, che non era il nostro. Il Municipio livornese, condottiero Fabbri, bene si reca a Firenze per rappresentare al Principe il voto del Popolo di cotesta città, che me desidera assunto al Ministero, ma protesta solennemente farlo, come semplice espressione di desiderio, senza punto intendere menomargli la prerogativa regia di scegliersi liberissimo i suoi Consiglieri. Intanto una Deputazione di spettabilissimi cittadini di Firenze recavasi dal Granduca, e, venuta al suo cospetto, per mezzo del sig. Professore Ferdinando Zannetti gli favellava in questa sentenza:
Altezza!
Mossi noi qui presenti dal desiderio di vedere riconciliato Livorno col Governo, e di evitare civili discordie, noi sottoponghiamo al senno di V. A. la proposta di commettere al signor Professore Montanelli lo incarico di formare il nuovo Ministero.
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