Portai la Costituente come Simone il Cireneo; le tolsi il vano e il maligno, la ridussi nella condizione di potersi dividere, e in parte accogliere, in parte aggiornare, e, venuto il tempo, anche per la parte aggiornata adoperare a tutela dello Stato; discussa fu; voi l'accettaste a pieni voti nel Consiglio Generale, a pieni voti in Senato la confermaste: onde io credo che per questo, Municipio e Commissione Governativa, non potevate appuntarmi, molto meno farmi sopportare non degne pene.
Alla sicurezza pubblica e privata, Ministro dello Interno, provvidi quanto e meglio di voi, e in termini dei vostri più deplorabili assai; imperciocchè, se anche voi confessaste trovare insufficienza negli ordini infermi, quale non la dovevo sperimentare io, quando, colpa o fortuna, voi mi consegnaste questi ordini del tutto disfatti? Quindi io penso che da ciò, o Municipio di Firenze e Commissione Governativa, non abbiate potuto desumere cagione di mal talento contro di me.
Come avreste potuto, o uomini che componeste allora il Municipio Fiorentino, redarguirmi di essere rimasto al Ministero, se pel Gonfaloniere vostro premurosissime istanze mi faceste onde io non deponessi lo ufficio, e con magistrale deliberazione lo inviaste, insieme ad altri spettabili personaggi, a Siena per interporsi mediatore fra il Principe e il suo Ministero, affinchè la dimissione mai dal maestrato non avvenisse?
La notte dell'8 febbraio 1849 non mi assistè al fianco, chiamato, l'onorevole vostro Gonfaloniere? Non udì le provvidenze, non approvò, non confortò, e, piena la mente di quanto aveva udito e approvato, non bandì la mattina che il Governo aveva provveduto alla salute pubblica: i Cittadini quietassero?
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