Municipio fiorentino e Commissione Governativa, voi non mi potevate perseguitare per questo.
Vi disprezzai Membro del Governo Provvisorio? No certo, poichè voi il Governo sorto dalla necessità approvaste, e gli prometteste leali soccorsi, e così in magistrale deliberazione dichiaraste. Vi ascoltai per l'abrogazione della Legge Stataria, vi ascoltai per le armi distribuite al Popolo; e se due volte, due sole volte rimproveraste, se non prendo errore, parmi poterne dedurre, che tutto l'altro vi giovò e piacque. Il Municipio sovvenne il Governo nella esecuzione delle Leggi su la Costituente Toscana, nel negozio delle armi, nella Commissione per riorganizzare la Guardia Nazionale, di cui fu chiamato a fare parte anche il signore conte Digny(666); col Gonfaloniere soventi volte conferimmo intorno alla Unificazione con Roma; e cadendo d'accordo intorno alla impossibilità di promuoverla con profitto fra noi, stabilimmo avrei adoperato ogni sforzo per impedire che la Fazione Repubblicana la spuntasse a furia di Popolo, e per fare in modo che tutto il Paese con solenne e pacato voto intorno alle sue sorti decidesse. Qui dunque non ho peccato, onde voi, o Municipio fiorentino e Commissione Governativa, aveste dovuto rompermi come una canna fracida.
Da voi pure venne il consiglio di sciogliere il Parlamento e interpellare il Paese col suffragio universale, e non una volta, ma due; anzi da voi la minaccia che, dove il Governo di ciò fare si fosse astenuto, i Deputati avrebbero rifuggito di adunarsi più oltre; onde anche per questa parte, o Municipio di Firenze e Commissione Governativa, io confidava andare immune dal rigore delle ire vostre.
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