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      Non osai io guardare in faccia i Retrogradi e i Faziosi, e dire loro apertamente: Voi siete iniqui? Certo non parranno queste le vie più acconcie per apparecchiarseli entrambi benevoli. Non si ricordano i Giudici che furono giorni in cui la gente, quanto più si sentiva nera, tanto più procedeva tinta in chermisi da disgradarne le barbe bietole di agosto, e tutti smaniosi acclamavano la Repubblica? Dov'erano allora gli sviscerati pel Principato? Se qualcheduno, accostandosi loro, diceva: anche tu sei di quelli? essi, imitando Pietro, rispondevano tosto: non so quello che tu dici(681). La Repubblica non era Partito vincitore allora? A che le resistenze, a che gl'indugii? Guardando le tante bocche che mi schiamazzavano attorno - Repubblica! Repubblica! io pensai: parte di costoro sono vili propugnatori di quanti danno loro la pietanza; parte sono ebbri; - aspettiamo che smaltiscano il vino; - parte finalmente, comecchè onestissimi, per passione travedono: e agli errori, alle ebbrezze e alla viltà io solo contesi, e volli che il Popolo prima posasse, poi giudicasse di sè. Nell'8 febbraio trionfò la Repubblica; l'accettai io? Domando: l'accettai io? - No, la impedii. Dunque in quel giorno io non era per lei. Se io non impedivo, sarebbe stata, o no, proclamata? Sì, proclamata. Se io non mi fossi sagrificato, intendetelo bene, o ingratissimi, sagrificato anima e corpo a tenere il Governo, chi sarebbe salito al potere? Chi? - Rispondete! Allora lo sapevate, e lo temevate; adesso, che vi credete sicuri, lo avete dimenticato, e di me vi curate come di un cane morto!


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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