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      In Prussia le allegazioni delle Decisioni vietarono, ed hanno fatto bene. Se questo concetto nelle materie civili fu rinvenuto giusto, tanto maggiormente si deve reputare tale nelle criminali, essendovi troppo più importante il subietto, necessaria la esattezza. Ora il prevenuto del 1800 era egli uomo pubblico o privato? Si trovò in libertà piena, od agì costretto? Ebbe due interessi da salvare, importanti entrambi, ma importantissimo l'uno, e l'altro meno? Furono parole le sue, o atti? Tutto questo s'ignora, e tutto questo era necessario esporre, se si voleva dimostrare la parità di ragione, e salvare la citazione dalla taccia di temeraria, per non dire di peggio(682).
      In politica quotidianamente avviene, che l'uomo non possa nè deva procedere con la schiettezza, che neppure la buona morale desidera nei commercii della vita privata. Di vero, ragionando gli antichi intorno alla buona fede che deve presiedere ai contratti, consentirono di leggieri in questa sentenza, che il venditore di un carico di grano non fosse obbligato di palesare al compratore che altri ne attendeva di Sicilia o di Egitto. Nella diplomazia senza offesa della morale è mestieri ricorrere a certa dissimulazione persuasa dalla necessità. Quante volte i successi stanno fuori di noi, indipendenti dal nostro volere come dal nostro potere, e pel continuo alternare di fortuna si modificano, o trasformano, agevolmente si comprende che assoluti non ponno essere i consigli e il linguaggio degli uomini politici. Così di rado avviene, che alla commissione patente dei negoziatori non si aggiungano istruzioni segrete, le quali, a seconda dei casi, la estendono, la restringono, o la mutano.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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