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      Quanto (e fu poco) operaste, dal complesso degli atti siamo autorizzati a ritenere, che il faceste per mantenervi al potere tanto male da voi conseguito, tanto pessimamente esercitato. Voi intendevate giuocare a partita vinta, e tenere il piede in due staffe per gittarvi alla Fazione trionfante, secondo che costumano le persone della vostra qualità, che di mal pelo portano taccata la coda, anzi pure, che hanno doppio il cuore, come ha detto una sentenza della Camera stellata, ai tempi di Enrico VIII, oggi fa cento anni."
      Povero Monk, altro che ducati, e contee, e baronie, e pensioni, e patenti col victor sine sanguine, se tu avessi avuto la fortuna di nascere nel 1805 in Toscana come sono nato io! Tu stavi fresco con i miei Giudici, o Giorgio Monk, tu stavi fresco....!
      All'opposto, un uomo di Stato a cui nessuno per certo, comunque da lui per opinioni diverso, vorrà negare pratica di negozii umani grandissima, e capacità somma di speculare gli avvenimenti politici, il signor Guizot, così giudica di Giorgio Monk:
      Anche in Inghilterra, ora sono dugento anni, diceasi la Monarchia scomparsa per sempre, la sola Repubblica possibile. Monk conobbe questo essere falso. Egli credè alla Monarchia quando la Repubblica durava, quando tutti intorno a lui, sinceramente od ipocritamente, ed egli stesso come gli altri, non parlavano che di Repubblica. E quando, dopo la morte di Cronvello e la caduta di suo figlio Riccardo, si pose avanti realmente la quistione tra i due governi, Monk si decise per la Monarchia.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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