Umori, passioni, interessi li dividevano, e nonostante le discordie loro aggiornarono. Fino al giorno della vittoria, passioni, genio e interesse ridussero nel supremo intento comune: sottoposero le preferenze particolari alla necessità di tutti; e questa è pietra di paragone vera del giudizio politico dei Partiti.
E fecero anche di più i promotori della Monarchia: confidarono la esecuzione dei loro disegni nelle mani di uomo che sospettavano, ed avevano ragione di sospettare. Monk aveva militato pel Re, per la Rivoluzione, per la Repubblica, per Cronvello e pel Parlamento; egli operava sovente, e favellava in varie guise, non pure diverse, ma contrarie fra loro: simulava con risoluta franchezza da sgomentare i più intimi. I partigiani della Monarchia stavano sul conto suo pieni di dubbio, e d'inquietudine; dalla speranza facevano trapasso alla paura, dalla luce alle tenebre: ma nè per isperanza, nè per paura, nè per desiderio, nè per le ambagi del Monk, forviarono. Monk somministrava a un punto, e imponeva la norma del come si avessero a governare; però tutto sommando avevano maggiori motivi di confidare che per diffidare.... non si commisero ciecamente in sua balía, ma lo secondarono con discrezione, lo attirarono senza metterlo a cimento, docili ai suoi consigli, vigili ma tranquilli dietro a lui come a capo eletto, imperciocchè tali imprese abbisognano di un capo, nè vi sia capo tranne quello, che, sostenendolo, lasciamo operare(702)."
Ascoltiamo un altro Giudice, David Hume, solenne storico, il quale, se non sedè Ministro nei consigli della Corona, durante la sua vita fece professione di politica, e tenne carica di diplomatico.
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