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      Le fucilate dalla parte dei cittadini venivano dalle finestre, rade ma aggiustate; una ne fu tratta da certa casa allora non finita, prossima allo ingresso della Stazione; però che levando gli occhi vedessi la fumata spandersi fuori della finestra. Scesi da cavallo per ordinare che cessassero l'orribile guerra, e siccome non volevano obbedire presi a strappare loro le armi di mano: uno poi, così si mostrava imbestialito, fu mestieri prendere in quattro per trasportarlo alla Stazione. Resi altrove meritata lode, e qui la ripeto, al signor Janin e a tale altro signore che mi si disse americano, i quali per amore di umanità standomi al fianco secondarono i miei sforzi; nè, in omaggio del vero, devo commendare meno il Maggiore Guarducci, che vedendo i soldati inobbedienti a cessare dal fuoco gittò via lo squadrone, protestando con accese parole non volerli più comandare. - In questo momento vennero a dirmi alcuni cittadini, avere arrestato l'uomo che aveva tratto contro di me nella Via dei Cartelloni; e mi presentarono uno stocco che gli avevano tolto di mano: povero arnese, fatto di un fioretto appuntato dentro a un finocchio delle Indie; ordinai lasciassero l'uomo in libertà, e gli rendessero lo stocco; solo gli domandassero in che cosa l'avessi offeso. Dentro la Stazione trovai altri feriti, aiutai a riporli dentro ai carri, mi sottrassi fuggendo alle istanze di andare seco loro, nè quinci mi mossi, finchè io non gli vidi partiti. Il Dottor Morosi, il Chiarini, ed altri moltissimi, possono attestarne.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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