Quanti mi hanno in pratica sanno come per lunga infermità io patisca d'infiammazione intestinale, e sanno altresì in quale stato le commozioni e le fatiche del governo procelloso mi avessero ridotto; però non sarà difficile credere che dopo i successi dell'11 aprile io passassi le ultime ore della notte oltremodo agitato. La mattina più volte tentai levarmi, e proprio non potei; finalmente, non vedendo più venire persona a ragguagliarmi di quanto accadesse, mi sforzai reggermi in piedi, e passando dalle stanze alte del Palazzo, secondo il consueto, entrai nell'Ufficio del Ministro della Guerra signore Gio. Manganaro. Domandai quali provvedimenti avesse preso, e me li disse(706). In questa sopraggiunge il Colonnello Tommi, che veniva a referire non potere trarre i cannoni in Piazza, perchè mancante di arnesi e di cavalli; parendo a me coteste scuse frivole, osservava che gli arnesi per trasportarne due vi avevano ad essere; e in quanto a cavalli, potersi servire di quelli della Posta. Egli tolse commiato, e non fece trasportare i cannoni; avendolo riveduto verso le tre pomeridiane nello Ufficio del Ministro della Guerra, gli domandai a mo' di scherzo: "Perchè non avete fatto trainare i cannoni in Piazza?" Egli rispose: "Perchè mi parve che non si trattasse di tumulti, ma di moto universale appoggiato dalla Guardia Nazionale, e però non ne vidi il bisogno." Al che soggiunsi: "Avete fatto bene." Però si voglia notare di grazia che i cannoni non erano stati punto ordinati da me; e che se io insistei, ciò fu meno per avere i cannoni, che per confutare gli ostacoli che proponeva il signor Tommi, i quali, a vero dire, non persuadevano troppo.
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Palazzo Ufficio Ministro Guerra Gio Colonnello Tommi Piazza Posta Ufficio Ministro Guerra Piazza Guardia Nazionale Tommi
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