- Col secondo lo conforto di difendere l'Assemblea, la Patria, la Libertà ed il suo amico; ed anche questo fu scritto nelle stanze del Ministro della Guerra, come ne fa fede la stampiglia impressa sul margine del foglio. Queste avvertenze dimostrano come ambedue i biglietti fossero scritti e mandati innanzi che io scendessi nella Sala delle Conferenze, e così prima che per me si conoscessero le trattative incoate fra il Municipio e l'Assemblea, di operare concordi alla restaurazione del Principato Costituzionale. Apprendo come uno di questi biglietti fosse consegnato aperto al Basetti dal signor Orazio Ricasoli, a cui pure chiusa ed intatta rimisi la lettera sospetta, che mi recò l'ufficiale della Posta; il qual fatto non dissuase il Conciliatore, di Angiolo ad un tratto convertito in Demonio contro di me, nel suo manifesto di guerra del giorno 19 aprile 1849, da mettere a carico mio: "il segreto della Posta non rispettato."
Ora, che cosa l'Accusa trova da appuntare in cotesti biglietti? il modo, o il fine? Se il modo; lo so, - quando la stampa di questa mia Patria mi si rovesciava addosso come calcina viva sopra corpo morto, prevalendosi del mio silenzio costretto, e nella speranza di consumarmi moderatamente fino le ossa, vi fu chi scrisse avere io ordinato a Bernardo Basetti di trarre sul Popolo; onde coscienza punse cotesto uomo, e non patì che si facesse tanto disonesto strazio di tale che gli fu amico, lo aveva beneficato, e adesso non si poteva difendere; e pubblicò con le stampe, calunnie essere quelle voci(707). Di vero poteva io mai dare questo empio ordine?
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