... Ami tu qualcheduno, Accusa? - Supposto che tu l'ami, troverai doverti conservare meno per ragione del diritto, che per l'obbligo di non partirti o lasciarti strappare dalla vita, finchè le tue creature non sappiano aiutarsi da per sè stesse nel mondo. - Vero è però, - e in questa parte sarei tentato di dare ragione all'Accusa, - vero è però che, o lasciassi libero il freno alla plebe indracata, e avvinata e pagata, o mi commettessi alla fede di gentiluomini cristiani, poco divario è corso, perchè la prigionia assomiglia alla morte, in ispecie per la educazione dei figli, o delle creature insomma che si amano... ma allora io credevo, che differenza ci fosse!
Rimane a vedere se io potessi confidare in questa prova di amicizia sviscerata per la parte di Bernardo Basetti, e parmi di sì; imperciocchè non v'era mestieri che fosse sviscerata, anzi bastava mediocre; e neppure, se ben si considera, amicizia bisognava, ma sentimento di dovere e semplice gentilezza. Il signore Emilio Nespoli, e l'ho detto, per bene due volte, venne ad avvertirmi di pormi in salvo, e offerse mandare verso il Prato una compagnia di Guardia Nazionale a tutelarmi, comecchè non mi stringesse seco vincolo di amicizia. Ora è da sapersi avere io conosciuto Bernardo Basetti nel 1830 a Montepulciano, dove mi fu cortese di buoni ufficii e di consolazioni, onde me gli attaccai con amore, parendomi forte e generosa natura: provò fortune diverse, e le contrarie forse non senza colpa sua; me ebbe in tutte uguale; esulò, tornò, e molto mi affaticai presso i suoi creditori, affinchè quieto lo lasciassero stare in Toscana, e l'ottenni; però non sembra che la vita volgesse troppo gioconda per lui, dacchè mi scrisse lettere ortatorie, quando fui assunto al Potere, di accomodarlo di qualche impiego, e segnatamente nella Guardia Municipale che stava sul formarsi in Firenze, sentendosi, sia per la perizia acquistata nell'Algeria nelle cose militari, sia per la operosità naturale, sufficiente ad esercitarlo, onde io gli conferii dignità e soldo di Capitano, e di grado in grado quello di Comandante supremo; se non che, non gli parendo essere bastevole a tanto ufficio, me lo confessò modesto, ed io onorevolmente, e secondo il suo genio, lo collocai.
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