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      In questo stato di cose ho creduto savio consiglio, senza farne sentore alla Compagnia, far partire il Basetti, che referisse a viva voce: il quale ha di buon grado aderito alla proposta. Prego a riflettere come sia pericoloso l'impegnarsi a cosa che non siamo certi di poter sostenere.
      PIGLI."
      Voi lo vedete: Basetti cede il campo; Pigli, con partiti che gli sembravano cauti, ed erano vili, insinua a lasciarlo offeso. Geloso dell'onore del Basetti più di quello ch'egli se ne mostrasse, odasi un po' come lo sostenessi io:
      Al Governatore di Livorno.
      Guerrazzi e Montanelli mandano al Governatore che ordini la rivista della Municipale, e dica in nostro nome che il Basetti ha da essere il Capitano, perchè nostro amico e uomo di nostra fiducia. Che Roberti deve stare qua, che noi non soffriamo soverchierie, e ci dimettiamo piuttosto, lasciando alla Municipale l'odio della sua resistenza. Che se credono di strascinarci per il collo, s'ingannano per Dio. Il Governatore eseguisca gli ordini, e avverta che, così procedendo le cose, ritenere il Governo è una vergogna, un insulto. Intanto se la Municipale continua nel sistema di ribellione, si sciolga e si sospendano le paghe. Così vogliamo; queste sono vergogne, e bisogna che cessino. Gli Ufficiali e tutti quelli che si mantengono fedeli alla libertà vengano a Firenze. La Caserma si chiuda. Risposta subito.
      GUERRAZZI."
      Mi sembra che da me non si potesse dare a Bernardo Basetti prova più alta di amicizia oltre quella di mettere a repentaglio per lui perfino la mia carica, e questo perchè lo stimo amico mio e persona di fiducia.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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