- e presso a poco disse le parole che ho riferito, - ma tardò poco a calmarsi e a convenire con i signori Municipali; ed è da notarsi eziandio che il Guerrazzi era già alterato per alcuni rimproveri che gli avevano fatto di non essere comparso, secondo il convenuto, la sera antecedente nella ora stabilita all'Assemblea." Non deponendo pertanto il Dottore Venturucci assolutamente, ma a un dipresso, non è da dubitarsi neppure un momento, che non sia per trovare esatta la mia narrativa, molto più che stando egli dal lato opposto, in fondo della tavola lunghissima, e lontano dal gruppo dei disputanti, non distinse da cui si partisse la intimazione dello arresto, la quale in vero fu fatta, come ho avvertito, per la parte dei signori Cipriani e Ciampi, e secondo che per bene due volte dall'avvocato Brocchi ancora si dichiara. - Nè già si creda che io qui arresti la dimostrazione: io vo' perseguitare l'Accusa con la verità, com'ella mi ha perseguitato con la fallacia. Il Cavaliere Martelli, uno dei tre Municipali, interrogato, depone: che, quando egli venne col Conte Digny e col Brocchi per la seconda volta all'Assemblea, vi trovò anche me, e che a lui rivolgendo la parola mostrai: "propensione grandissima per conciliare le cose, e gli dissi: farmi paura i Partiti, e dichiararmi parato a tutto per metterli d'accordo;" inoltre, contestatogli il deposto del Conte Digny su le minaccie, risponde francamente: "Io non intesi cotesto discorso di certo; può essere che l'abbia fatto quando non vi ero io" (e questo non poteva darsi, perchè si presentò con gli altri, e la disputa avvenne alle prime parole). "Al Municipio in cotesto giorno sentii parlare delle minaccie di arresto state fatte contro il Municipio da alcuni Deputati, ma non intesi includere fra essi il Guerrazzi.
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