LA COMMISSIONE GOVERNATIVA E IL MUNICIPIO, UNANIMI, NON SOLO ASSENTIRONO, MA SOLENNEMENTE PROMISERO OSSERVARE LA PROPOSTA DEL DOTTOR VENTURUCCI, E GINO CAPPONI, STRETTA LA MANO AL DOTTORE, LO LODÒ PER LA SOLERTE UMANITÀ DI AVERLA FATTA.
Mentre attendevamo la risposta per la parte del Municipio, ci venne referito come una turba di plebe commossa già schiamazzasse dicendo vituperio all'Assemblea, ed a me. Il Colonnello Tommi, sedendomi accanto, mi offeriva condurmi seco lui nella vettura che l'aveva condotto, e che lo aspettava a piè dell'uscio del Palazzo in via dei Leoni; io lo ringraziai, ma non ricordo, se la data fede di non partirmi allegassi. Il Ministro Manganaro poco dopo propose di andare per una carrozza di posta, e trarmi di là, ed anche questa gentile esibizione venne da me rifiutata, fermo nel proponimento di osservare, come fra la gente dabbene si costuma, la parola.
Digny e Brocchi, furono quelli che vennero a significare la ripulsa, ed a me, cui pareva che in quel giorno Dio ne volesse male, però che i nostri antichi costumassero dire: "Dio a cui vuol male toglie il senno," riuscì molestissima. Io non sapeva comprendere come da uomini savii potesse rigettarsi il voto istantaneo di una adesione complessiva, preferendo correre le dimore, le perplessità, e i pericoli dello sperimentare le molteplici ed individue volontà municipali. Davvero, se fu sapienza questa, io confesso di non conoscere più che cosa sia insania! Però non mi sapevo dare pace, e, nello intento di accomodare la vela al vento superbo che soffiava, per ultimo proposi che, messo da parte ogni concetto di accogliere nel loro seno due Rappresentanti dell'Assemblea, il Municipio e la Commissione stessero contenti al Decreto che l'Assemblea avrebbe pronunziato in questa sentenza: "Aderisce all'operato del Municipio e si discioglie;" e se ne giovassero.
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