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      - In certa parte del suo deposto narra come egli venisse la sera a trovarmi nel mio appartamento in Palazzo Vecchio, dove io lo aveva chiamato fino dalle 4 del pomeriggio per dirgli che voleva andare a Livorno, ma egli nulla rispose! In altra parte, narrando il medesimo fatto: "Guerrazzi insisteva col Zannetti e con me per andare a Livorno, ma NOI adducemmo le grida e il tumulto per consigliarlo a non pensarvi per ora;" dunque parlava, e sinistre parole, se io male non mi appongo? - In altra parte: "È vero.... che col Guerrazzi e Zannetti si parlò di partenza;" dunque, che siate benedetto, signor Conte, parlaste ancora di partire? - In altra parte: "La conversazione si aggirò sulla possibilità di una partenza del Guerrazzi, ma io non ho memoria di avervi messo che poche parole e insignificanti....; credo rammentarmi che condizionalmente si parlasse di treni speciali." Dunque prima non parlaste; poi parlaste che non potevo partire, e parmi questa significantissima cosa; poi parlaste parole insignificanti, dopo averle parlate significantissime; finalmente parlaste di treni speciali sotto condizione. Qual mai condizione? - Signor Conte, sapete voi come nel nostro Paese si appellino coloro che quattro volte smentiscono sè stessi? - Io glielo direi se non mi trovassi dove mercè sua mi trovo; o piuttosto, tutto bene considerato, mi sembra che non glielo direi. A lui basti sapere ch'è il testimone di predilezione dell'Accusa!
      Cinque furono testimoni presenti al fatto; e siccome essi non hanno battuto, come Rosignolo, il capo nel bastimento, così non importa tenere su questo proposito più lungo discorso, molto più che dalle cose successive viene maravigliosamente confermato.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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