Adesso cresce intorno al Palazzo un tumulto di plebe ed uno schiamazzo di gridi: Morte! morte al Guerrazzi! Chi poi cotesti urli incitasse, io non dirò; dirò soltanto la contesa infame che dalla ringhiera che guarda Via della Ninna udimmo più tardi, nella notte, agitarsi lì sotto al lampione. I gridatori non trovavano modo di spartirsi la moneta ricevuta per la egregia opera di maledire e imprecare morte a cui non conoscevano, e non gli aveva offesi mai, e nelle vecchie frenesie loro trattenuti. Gli adulti, per assottigliare il prezzo ai garzoncelli, adducevano la ragione che, avendo meno voce, men forte avessero gridato Morte al Guerrazzi; e i garzoncelli non si arrendendo allo argomento, comunque affiochiti, strepitavano, che era stato promesso a tutti (come agli Operaj della vigna) mercede uguale; che quanto e più di loro avevano strillato: Morte a Guerrazzi! e che non volevano soffrire bindolerie. E qui da una parte e dall'altra un bisticciarsi da fare piangere gli Angioli, e ridere i Demonii. Ahi sciagurati! Il fanciullo che avvezzaste a vendere l'anima sua a prezzo di poca moneta per gridare morte a un uomo, gliela darà più tardi per rubargliela. Voi renderete conto a Dio di quel delitto e di quel sangue. Tali erano le opere civili e cristiane che nella notte del 12 aprile si commettevano a Firenze!
Di lì a breve fu inteso romore come di gente che prorompe; e poi spalancata la porta del mio quartiere, tra una mano di Guardie Nazionali, comparvero alcuni del Popolo; e il Generale Zannetti venuto per me mi pregava a mostrarmi, ed io andai; e con accento commosso volgendomi ai Popolani, dissi: "Che cosa volete da me?
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