), e mandai a Gino Capponi e agli altri Componenti la Commissione Governativa il 25 aprile 1849. Questo biglietto è stato soppresso! Così tentavasi abolire ogni prova del patto violato a mio danno, e me seppellire sotto la lapide del tradimento, senza neppure lasciarmi la consolazione di potere dire al mondo: "Popoli civili e anche barbari, vedete come si tiene fede a Firenze!" Ma ciò, come a Dio piacque, non valse al fiero disegno. Mi stava su l'anima una amarezza infinita, come un Zannetti, che pure mi parve angelica natura, avesse potuto avvilirsi tanto da sostenere meco le parti di brutto Giuda Scariotte, e tuttavia mi pesa per Gino Capponi... e mentre scrivo queste righe infelici... la mano mi trema, e gli occhi mi si offuscano di lacrime, - ma non per me. Un'aura di refrigerio penetrando nello infame carcere, mi portò che avessi a deporre ogni amarezza contro il Generale Zannetti, avvegnadio fosse stato ingannato, non ingannatore; quasi nel punto stesso mi capitava sott'occhio il suo Rendiconto generale del servizio sanitario dell'armata toscana spedita in Lombardia per la guerra della Indipendenza, dove trovai scritto il nome di Domenico Guerrazzi, giovane accademico, rimasto ferito di mitraglia nell'avambraccio sinistro, nella sempre onorata e sempre dolorosa battaglia di Montanara, e di qui trassi argomento per dirgli, che io avevo dubitato di lui, ma oggimai, saputo il vero, avergli ridonato la mia stima; si consolasse: continuare io a ritenerlo, come lo reputai sempre, quanta lealtà viveva al mondo; ond'egli subito, per riparare al mal soppresso biglietto, mi scriveva la lettera seguente, che, senza sentirsi più spessi sussultare i polsi, io non credo si possa leggere da uomo vivente, amico, od avverso, che sia.
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