Tra noi non abbisogna più lungo discorso. Addio; ci rivedremo: io su la panca degli accusati, tu nel seggio dei testimoni.
Come io dormissi, lascio che altri pensi; - sul fare del giorno scrissi una lettera alla Commissione, e questa pure è stata soppressa; non ricordo il dettato, ma lo effetto fu che fece muovere il Conte Digny per assicurarmi stessi tranquillo, non volersi già attentare alla mia sicurezza; solo alla Commissione non piacere che io toccassi Livorno; mi adattassi a partirmi da un altro lato. Allora, e con ragione, tornai a ricordargli mancarmi il danaro per questo viaggio; però pregarlo a dire al Marchese Capponi, che le cose mie conosceva, m'imprestasse trecento scudi, i quali gli verrebbero rimborsati a vista dal mio Procuratore a Livorno; anzi questa domanda scrissi col lapis, e non mandai, ma consegnai allo stesso Digny. Costui confessa possedere questo biglietto; lo mostri. Indi a breve sopraggiunse il signor Martelli, al quale narrando il successo, e sollecitandolo a fare in guisa che il Conte la commissione assunta non obliasse, come persona turbata da cosa che le dia fastidio prese ad esclamare: "no davvero! mancherebbe anche questa! - ella devia dal suo cammino per compiacere il Municipio e la Commissione aggiunta; è giusto ch'essi pensino alle spese del viaggio." E poichè io avvertivo ciò non montare a nulla, perchè ricco io non era, ma neppure tanto povero da non sopportare la spesa del viaggio; il signore Martelli, sempre più infervorandosi nel discorso, aggiungeva: "Il Municipio e la Commissione non lo possono patire assolutamente: adesso andrò, e procurerò quanto bisogna.
| |
Commissione Conte Digny Commissione Livorno Marchese Capponi Procuratore Livorno Digny Martelli Conte Municipio Commissione Martelli Municipio Commissione
|