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      O dignitosa coscïenza, e netta,
      Come t'è picciol fallo amaro morso!
     
      quel Senatore Capoquadri, che la sospetta lettera ebbe da me senza sospetto, e me ne profferse grazie? Forse doveva dubitare del Barone Bettino Ricasoli? Se mai avesse potuto rimanermi dubbio per qualcheduno, di lui doveva sospettare meno che degli altri, perchè emulo pubblico. Io così sento, e così con esso adoperai; ma pur troppo, e tardi, mi accorgo che di siffatta magnanimità, che pure si ammirava virtù tra uomini barbari e semibarbari, presso i civili è spento il seme. Temistocle, sè confidando prima ad Admeto re dei Molossi, poi a Serse barbaro, fu reputato sacro da loro; Santa Elena grida che cosa giovasse a Napoleone avere imitato Temistocle; e se ai grandi esempii è lecito mescolare l'umilissimo mio, il Castello di San Giorgio e l'infame Carcere delle Murate testimonieranno ai presenti ed agli avvenire a che meni commettersi in balía della fede degli uomini civili! - Mentre siamo per muovere, il signor Cavaliere Martelli Priore mi consegna con autorizzazione ed ordine della Commissione Governativa lire mille pel viaggio, che, dopo essermi fermato due o tre giorni in San Giorgio, tanto che la plebe quietasse, dovevo effettuare fuori di Toscana. - Martelli: "Peraltro, sebbene la Commissione su la sorte del Guerrazzi non avesse deliberato, pure tra le altre idee vi fu quella, non mi ricordo da cui esternata, di farlo allontanare dalla Toscana, dandogli il danaro per ciò effettuare. Mille lire ebbi dalla Cassa Comunitativa, e le consegnava la mattina del dì 13 al momento che da Palazzo Vecchio muoveva per la Fortezza di Belvedere, SEMBRANDOMI IL MOMENTO DI ADEMPIRE ALL'AUTORIZZAZIONE ED ORDINE CHE MI AVEVA DATO LA COMMISSIONE GOVERNATIVA." Ecco il Mandato in virtù del quale, nel giorno 13 aprile 1849, furono estratte dalla Cassa del Municipio lire mille.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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