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      Che eglino oltre di essere persone di riconosciuta probità ed onoratezza hanno manifestato, anche durante la Rivoluzione, sentimenti di attaccamento e di devozione a S. M.; che in particolare il Conte Linati si prese ogni cura per la conservazione delle cose proprie della prefata M. S. lasciate in Parma;
      Che disapprovarono gli ostaggi fatti dal Popolo in seguito dello avvenimento di Firenzuola, e s'interessarono per la loro liberazione;
      Che con la loro fermezza poterono qualche volta frenare la foga di qualche loro collega, e che si opposero costantemente a troppo ardite domande allo estremo offensive alla Maestà del Trono, sicchè essi erano venuti in odio agli esaltati, e fu più volte cancellato il nome loro negli affissi al Pubblico, ed in particolare il Cavaliere Malegari era stato trattato di spia e di traditore;
      Che lo stesso Cavaliere Malegari fu inteso disapprovare altamente la Prolusione del Professore Melloni suddetto, e dire, che il Governo di S. M. era stato indulgente verso di lui; che durante la Rivoluzione consigliò il sacerdote Bichieri ad aspettare il ritorno di S. M. per pagare un suo debito verso il Tesoro, e che non volle fosse ammesso al giuramento il notaro Begani per correre pericolo che fosse cambiata la formula del giuramento, e che fece alcun tentativo per ricondurre Parma alla sommissione di S. M.;
      Dal che tutto, si deve considerare, che la reità degli accusati Conte Linati e Cavaliere Malegari, per essere concorsi o avere apposta la loro firma in qualità di membri del Governo Provvisorio a diversi atti su menzionati, non fu che apparente, e che essi assunsero e tennero il carico di membri di quel Governo senza dolo nè ree intenzioni, ma cedendo alla forza irresistibile delle circostanze, e col proposito di far sì, che la condizione delle cose fosse la meno triste per la loro parte;


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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