- Dì quello che ti pare. - Se vuoi, farò stampare la tua risposta. - Peraltro ti soggiungo, che non è momento da esitare. - La pace in città esiste; ma può essere precaria; e Dio ci guardi. - Vedi: ha perdonato la famiglia dell'ucciso. - I tuoi compagni di prigionia non dissentono. Per la verità non posso dirti nulla di R***, perchè non gli parlo; ma credo che seguirà il vostro esempio; - e poi, egli è forestiero. - Ripeto, e ripeterò sempre, che bisogna sacrificarci, certi che il premio di quest'opera verrà presto. - Se volessi o potessi dirti quanto è accaduto e accade; quanti intoppi si incontrano; quanti disinganni in ogni verso; quante cose non s'intendono, ec., empierei dei volumi. - Conchiudiamo; rispondimi subito, se non l'hai fatto, e secondo il desiderio di tanti amici che ti vogliono bene. Il Governatore aspettava oggi una risposta; ma non siamo andati da lui, nè ci andiamo, prima di avere tue lettere.
Si avvicina la sera, e vado in Piazza a sorvegliare per la pace, cosa che occupa i tanti buoni che sono fra noi. Addio. Ci rivedremo presto.
Affezion.mo Amico PAGANUCCI.
Ti giuro sul mio onore, e non lo giuro invano, che se consenti a tornare a Livorno subito, e non vi è altro mezzo che quello che ti suggerisco, la città avrà pace; diversamente, torniamo indietro una settimana, cioè al tremendo dubbio di una guerra cittadina. - Vedi quale responsabilità ti assumi! L'amicizia mi costringe a palesarti il vero.
Al signor F. Domenico Guerrazzi.
Nel Falcone. - Portoferraio."
E mentre gli si domandava oblio della offesa patita, ed ei lo dava, l'Accusa per questi fatti ha coraggio di scrivere: "che il signor Guerrazzi ha interessato la grazia!
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