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      Andai: sopita ogni grossezza, venne alla Comune. Il Popolo applause; quinci passammo alla Caserma della Guardia Civica. Tutti mi porsero amica la destra; la strinsi a tutti: il Mayer per la seconda volta domandò oblio di una ingiuria fattami; lo concessi: il Ricci pareva restio; più tardi venne a casa in compagnia dei Capitani Orsini e Conti: disse essere stato ingannato, e che chiarito dello errore veniva adesso a scusarsi; e fu accolto amorevolmente. Ogni cosa pareva disposta alla concordia, e cotesto giorno ebbe la sembianza di felicissimo. Il giorno otto per tempo mi mandava a chiamare il Governatore; eravi seco l'Avvocato Venturi; poco dopo sopraggiunse il Conte De Larderel: mostraronmi la Notificazione del Marchese Ridolfi; considerata attentamente rispondemmo: il Governo ha male appresa la Deputazione; ebbene, ognuno ritornerà alle proprie case: noi non desideriamo meglio. - No ci venne detto, voi non partirete; noi non vogliamo pubblicare cotesta Notificazione, che manderebbe a soqquadro ogni cosa. Marzocchi è partito per Pisa, e già ci ha ragguagliato. Vedete la lettera; tanta è la lealtà nostra, che noi non dobbiamo celarvi nulla. La lettera parlava di spiegazioni date al Ministro, e della favorevole accoglienza delle medesime; avere proseguito, egli Marzucchi, per Firenze, per dare ad altri coteste spiegazioni; augurarne bene; - badassero a tenere tranquilla la città; - dissuadessero la Deputazione recarsi dal Ministro, perchè forse non sarebbe stata bene accolta.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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