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      - Giunsi alle scale; la calca era folta; non si poteva avanzare nè retrocedere; intanto vedo apparirmi incontro l'Avvocato Marzucchi. Respinti in mezzo alla Caserma, io domandai al Marzucchi spiegazione di certe parole lette nella Notificazione, che mi parvero lesive così alla verità come all'onore; le parole suonavano: coloro che si dissero vostra Deputazione ec. - Come hai consentito, lo interrogava io, che queste parole si stampassero, quando noi fummo da te pregati a formarne parte? quando quello che facemmo fu da te approvato? - Il Marzucchi, presenti mille persone, rispose: - Finchè io mi rimanga rappresentante del Governo, mi sia permesso non manifestare la mia opinione sopra gli atti del medesimo; in quanto a quello che avverte il Guerrazzi, è vero; il Governo locale approvò quanto dalla Deputazione venne operato, e la Deputazione fu proposta e consigliata da me. - Io mi dichiarai soddisfatto, e aggiunsi che mi ritiravo nelle mie case. Marzucchi allora, ammonendomi gravemente, mi disse: - No, non devi ritirarti, ma affaticarti pel bene del tuo paese; - con certe parole dolci di lode, scontate con largo sorso di amaro. Allora di nuovo parlai, parlò lo stesso Marz
      ucchi e Bartolommei, credo Bernardi e Ricci. Mentre così ci travagliavamo, una vocina stridula si fece sentire: "la Deputazione è figlia della minorità!" - Queste parole irritanti m'increbbero: mi volsi a vedere chi le avesse proferite: era un tal Viviani; allora esclamai: - Oh! l'ho notato, è il Viviani, non ci occupiamo di lui.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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