-E la gente d'intorno impose silenzio allo importuno. Il Viviani pretende che io immaginassi una proscrizione; ch'egli fosse posto nelle note; egli mi finse Silla, sè proscritto. Il Viviani ha fatto me e sè troppo grandi. Veramente non ho la pazienza dello zio Tobia, che vessato dalla mosca la prese, aperse la finestra, e dicendole: creatura di Dio il mondo è largo abbastanza perchè noi non ci diamo noia! la pose in libertà; - ma mi protesto, che non ho mai imitato Domiziano: però viva, sieno quieti i suoi sonni: se deve morire per le mie persecuzioni, può contare sopra 100 anni di vita. - Il Popolo adunato, scosso da tante esortazioni, giurò sopra il suo onore da ora in avanti rimanersi tranquillo; la Guardia promise vigilare alla quiete della città. Allora proposi a Marzucchi: poichè ogni motivo di provvedimenti straordinarii cessa, prega il Ministro a ritirare le milizie, e concedere che il Municipio si aggiunga varii individui, i quali, prevenendo ogni dimostrazione tumultuaria, si facciano organo presso di lui dei voti del Popolo. Promise farlo, e credo ancora promettesse darmi risposta in giornata. Tornai a casa. Alle 2 p. m. il Conte De Larderel venne a trovarmi; mi disse essere stato accolto freddamente dal Ministro Ridolfi; aggiunse sentirsi male disposto, andassi a trovarlo nella sera. Più tardi ricevo avviso essere stato risoluto il mio arresto; mi posi a ridere; a buio si rinnovarono gli avvisi. Mi misi a scrivere un articolo di Giornale. Alle 8 circa, vennero Giannini e Meucci per parlare del Giornale, e rinnovarono lo avviso; intanto sopraggiunge Dario Bastianelli ad avvertirmi per parte del Conte De Larderel, non istessi ad andare da lui perchè gli era entrata la febbre.
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