Dopo questi venne il signor Mastacchi, giovane al quale in tempo di mia vita avevo allora forse favellato tre volte, e mai di politica; e notiziandomi sicuro il mio arresto, mi scongiurava a non soffrire questo insulto tanto fatale alla mia mal ferma salute; mi scansassi, in qualche luogo riparassi fino a ragione conosciuta. Ringraziai cordialmente per tanta bontà l'onesto giovane, e gli altri venuti con lui a me ignoti perfino di vista, ma nel tempo stesso scriveva un biglietto a Gianpaolo Bartolommei: avere da più parti saputo che il Governo disegnava arrestarmi, ordinasse tenere aperto il portone, perchè non desideravo trovassero i Carabinieri impedimento. - Ahi io credeva che soli i Carabinieri sarebbero venuti ad arrestarmi!
Questa è la verità, e null'altro che la verità. Ora mi volgo ai miei Nemici, ai Giornalisti, ai Municipii, al Governo, e al Popolo, e dico:
Ai Nemici: - Voi mi avete atrocemente perseguitato; calunniato senza coscienza e senza verità: voi mentre ero in carcere avete versato a piene mani sopra di me la ferocia e la menzogna(754), rinnovando le immanità dei Veneziani che conducevano la loro vittima al supplizio tra le colonne di Piazzetta San Marco con la spranga alla bocca, o la gittavano cucita dentro un sacco nel Canale Orfano. Voi mi avete baciato e tradito come Giuda(755). Tal sia di voi. Voi temete che io mi vendichi di voi? Il giudizio del pubblico e i rimorsi della vostra coscienza bastano soli alla mia vendetta.
Ai Giornalisti: - Alcuni senza conoscermi mi hanno difeso; che posso dir loro?
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