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      Solone, che pure fu salutato uno dei sette Sapienti della Grecia, ordinò, nelle leggi che dava ad Atene civilissima, il bando a chiunque non avesse Partito; piacendogli piuttosto il cittadino appassionato, comecchè poco direttamente al bene pubblico, che lo ignavo e lo inerte. I Partiti voglionsi dominare e dirigere, e non farsi schiavo di nessuno. Il Governo rinnuovò lo errore di Enrico III, il quale si dette in balía della Santa Lega, e cessando essere re di Francia diventò servo dei Guisa e capo di fazione. I tumulti a Roma, nota Machiavelli, giovarono alla Repubblica, perchè terminarono sempre in buone leggi: nelle condizioni presenti dei Popoli, io per me non approvo i tumulti, ma, come Machiavelli nelle Storie m'insegna, noi non potremo deplorarli abbastanza, quando terminano con le prigioni e lo esilio dei cittadini. Questa sventura condusse a precipizio la Repubblica Fiorentina. E se siffatti mali nascono da provvedimenti violenti, quanti non ne dobbiamo temere maggiori quando le violenze percuotono cittadini incolpevoli, che invece di provocare tumulti si affaticano, richiesti, con ogni forza loro a comporli? Ma se umana cosa è lo errare, bestiale è poi ostinarci nello errore. Io non muovo querele, nè do consigli; e non ostante, meno per me che per la causa della giustizia e della verità, pei luttuosi fatti della notte del 9 gennaio, io lo conforto a riparare l'onore offeso di persone che non demeritarono la benevolenza della patria e la stima dei generosi.
      Al Popolo poi convienmi fare più lunghe parole.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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