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      Mi confortarono, o Popolo, ad abbandonarti, e porre la mia stanza in altro paese. Non posso farlo: le cose si amano pei sagrificii che costano, e il mio paese mi costa assai. Io qui ebbi nascimento, e qui desidero sepoltura accanto alle ossa del padre mio e dei miei amici, che più felici di me mi precederono nella morte: io continuerò, secondo che è dato al mio povero ingegno, a onorarli come posso e devo; ma tu, o Popolo, ricompensami con lo starti unito, col non fare il mio nome bandiera di fazioni e di tumulti: io te ne scongiuro per la mia fama, e più per la tua: anche tu fosti accusato, e devi mostrare che lo fosti a torto, a nessuno secondo tra i Popoli italiani, e a qualcheduno primo. Le petizioni offrono mezzi legali per manifestare i tuoi voti: e per tôrre d'inganno il Governo attienti a queste.
      Terminerò col darti uno avvertimento non inopportuno ai tempi che corrono. Le cose di Francia non t'illudano; gli Stati non vivono d'imitazione. Ogni Popolo ha le sue età. Non bene risensato dal lungo letargo, male imprenderesti a correre. Sta quieto; fortificati; sviluppa il tuo ingegno nello studio del reggimento degli Stati. La forma costituzionale presenta campo abbastanza per questo. Certo, il contegno di Luigi Filippo ti rende sospettoso; per lui il trono circondato da istituzioni democratiche diventò menzogna; ma la colpa stette nell'uomo, non già nella cosa; e alla fine tu vedi a quale luttuoso termine lo ha condotto la sua slealtà. Occorrono esempii di re e repubblica vissuti lungamente d'accordo.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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