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      Il vitto corrisponde allo albergo; abbondante, ben cucinato, di prima qualità; carne giornalmente, perchè trovarono, che senza carne il prigioniero diminuiva notabilmente di peso (oltre 15 libbre per individuo, è 86 su %), e le forze lo abbandonavano. Non vi è con minore diligenza curato lo spirito; vi si trova una Biblioteca generale, e alquanti libri compongono una biblioteca particolare per ogni cella. Quattro professori sono preposti allo sviluppo della intelligenza dei condannati. I Vescovi e i Ministri di tratto in tratto li visitano. Nonostante queste comodità, ho notato il numero dei suicidii nel corso di 18 mesi; e nonostante gli agii esposti, uomini di dottrina e di pratica grandissime hanno attestato solennemente, che l'uomo non può sopportare senza danno dell'anima e del corpo la carcere separata per più di 12 mesi. Dopo i 12 mesi si ammettono i detenuti al lavoro collettivo, poi si trasportano nella terra di Van-Diemen, alla isola di Norfolk, nell'Australia, o altrove. - Con l'Atto dei 4 marzo 1849, confermato con la Legge del 5 maggio 1849, tutta intera la pena si sconta nella carcere separata; ch'è quanto dire con la perdita della salute e della intelligenza, peggiore assai di quella della vita; - il lavoro, la più parte in cella, consistente in filare canape, fatalissimo per la polvere minuta che n'esce, causa potente di etisia; - il vitto vario: pei condannati allo Ergastolo, carne (4 oncie) e vino (1 mezzetta), una volta per settimana; alla Casa di Forza, carne e vino nella medesima proporzione, due volte; alla Casa di Detenzione, tre volte: - ventilatori non si conoscono; temperatura quale la stagione manda nella state e nel verno; aria poca, acqua fredda sempre; - mobili, un letto pieno di capecchio, che si alza e si chiude al muro per tutta la giornata; non seggiole, non tavole; uno sgabello incatenato, una mensola traversa, una catinella, una brocca, un vaso mutato due volte al giorno; - le stanze lunghe sette passi, larghe poco più di due (a tre non arrivano), fetide e buie; d'insetti schifosi, qui nelle Murate, popolatissime; - sacramentale l'ordine che i detenuti non si parlino nè si vedano; e per meglio assicurarsene, le brevi finestre, ora quadre, ora circolari, ora bucate a guisa di 8 (come a Volterra), munite spesso dalle tramoggie, invenzione infernale, che lascia vedere uno spicchio di cielo all'insù. Su questo proposito io mi ricordo un fatto di Lord King Gran Cancelliere d'Inghilterra, a cui i prigionieri della Flotta si lagnarono di essere tenuti in celle oscure senza mai poterne uscire.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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