Pių oltre C. Augusto Vecchi senti un po' che cosa scrive: "La pazza idolatria di sč stesso lo spinse tanto oltre a credersi disceso da stirpe dominatrice, poichč un Guerrazzo aveva tiranneggiato in remoti tempi la sua natale cittā. E tutti hanno letto in una sua Lettera diretta a Giuseppe Mazzini com'ei rivendicasse su tarlata pergamena rinvenuta in Portoferraio l'albero geneatico della modesta famiglia sua. Ed io ho veduto nello scorcio del 48 in Firenze siccom'egli dispregiatore in altrui degli aviti vezzi, facesse imprimere sur un polizzino ingessato un blasone di propria fattura; in cui tra bandiere, picche, e pastorali mitrate, appariva un lione rampante; e sotto una insegna cavalleresca, che nessun principe al certo gli aveva conceduto(762)." Io con troppo maggiore motivo di quello che ebbe il Cardinale Alfonso d'Este, quando domandō all'Ariosto in proposito dell'Orlando Furioso: donde avete cavato tante c...., devo ricercare il mio Augusto dove diacine abbia letto tante bugie. - Tutti hanno letto la lettera ec. Orsų, sa egli leggere? Nč prenda in mala parte la domanda, imperciocchč ho trovato persone, che non sapevano leggere, le quali ne avevano obbligo molto maggiore del suo: supposto pertanto ch'ei sappia, torni a leggere questa lettera meco. Discorrendo delle cose mie alla buona, cosė scrivo a pagine 19 di questa lettera stampata a Livorno nel 1848 nella Poligrafia Italiana:
Nasco di gente antica. Gli avi miei, agricoltori e soldati, seppero versare il sangue per la patria e per la fede, come senza troppo svolgere di carte te ne porge testimonianza l'Odeporicon del Proposto Lami.
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